La digitalizzazione della ristorazione è essenziale.

Occhi puntati in particolare sul tema della digitalizzazione, che rappresenta una scelta pervasiva.

Audizione alla Camera sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: “Coinvolgere i Pubblici esercizi, inserendoli nel Recovery Plan, risulta dunque essenziale per rafforzare due filiere strategiche e favorire politiche di inclusione e di rigenerazione urbana.”

“Per essere realmente efficace, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dovrà tenersi alla larga da un approccio frammentato, concentrando i propri investimenti sulle filiere e in particolare sui segmenti in grado di garantire un positivo effetto moltiplicatore su valore aggiunto e occupazione.

Il turismo 4.0, ad esempio, non può esistere senza uno sviluppo e una valorizzazione dei pubblici esercizi”.

È questo, in sintesi, il messaggio trasmesso da Roberto Calugi, Direttore generale di Fipe-Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, nel corso dell’audizione davanti alla commissione Attività produttive, Turismo e Cultura della Camera dei Deputati, dedicata al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Con i suoi 46 miliardi di valore aggiunto e i 20 miliardi di euro di acquisti di materie prime ogni anno, la ristorazione italiana rappresenta il principale attore della filiera agroalimentare del nostro Paese.

Non solo. Ogni anno i turisti stranieri spendono 8 miliardi di euro in bar, ristoranti e locali di intrattenimento, cui si aggiungono 12 miliardi di euro di consumi garantiti dal turismo interno.

Dati che, insieme ai 158 miliardi di dollari di una virtuale bilancia commerciale di import ed export di ristorazione, certificano il ruolo di volano che la ristorazione ha nei riguardi dell’intero made in Italy.

Coinvolgere i Pubblici esercizi, inserendoli nel Recovery Plan, risulta dunque essenziale per rafforzare due filiere strategiche e favorire politiche di inclusione e di rigenerazione urbana.

Purtroppo – ha sottolineato Calugi – nell’attuale PNRR i pubblici esercizi non vengono mai citati né direttamente né indirettamente, a dispetto di ogni evidenza”.

Occhi puntati in particolare sul tema della digitalizzazione, che rappresenta una scelta pervasiva per settori trainanti quali il turismo, la cultura e la filiera agroalimentare.

Ciò che determina il successo o l’insuccesso delle politiche turistiche – ha aggiunto il Direttore di Fipe – è la gestione dei big data su prenotazioni e modalità di consumo dei prodotti del territorio.

Informazioni oggi sono appannaggio delle grandi piattaforme internazionali, ma che devono tornare nella disponibilità di chi offre i servizi.

Dobbiamo investire sulla digitalizzazione del mondo della ristorazione, dell’intrattenimento e della ricezione turistica e dei servizi più in generale, nella consapevolezza che anche i pubblici esercizi, come dimostrato durante la pandemia, hanno la capacità e la necessità di fare innovazione”.

Fondamentale, altresì, valorizzare il capitale umano di un settore che ha oltre 1,3 milioni di addetti.

Big Data e non solo: il digitale nella ristorazione

La digitalizzazione offre soluzioni di diverso tipo per la ripartenza dei ristoranti: dalla prenotazione di tavoli e quindi ottimizzazione dei pasti, fino agli ordini a domicilio, fino alla fidelizzazione del cliente. I Big Data possono aiutare le aziende a compiere ogni passaggio al meglio. Permettono di raccogliere informazioni sul cliente e ottimizzare tutti i processi di un ristorante, dalla gestione della cucina, fino a quello dei tavoli, passando per la creazione di una strategia di marketing pensata appositamente per un target specifico.

Oltre ai Big Data, anche Intelligenza Artificiale e robotica hanno un ruolo importante. L’AI è ormai presente in diversi ambiti. L’anno scorso McDonald’s ha acquisito la startup israeliana Dynamic Yeld che ha sviluppato un algoritmo, basato sull’Intelligenza Artificiale, capace di creare menù personalizzati sulla base delle preferenze del cliente.

In Italia, il Gruppo Cimbali ha invece sta lavorando per creare macchine per caffè ottimizzate in base ad un target specifico, rendendo così più efficiente la produzione e il consumo del prodotto.

Questa tecnologia aiuterà sempre più operatori a gestire in modo più efficace ed efficiente la propria attività e creare un’offerta personalizzata, dettaglio oggi ricercato dalla maggior parte della clientela. L’incontro tra Big Data, AI e automatizzazione darà grandi soddisfazioni in futuro.

Ristorazione: 5 tendenze dell’era post Covid

La community di Coqtail Milano in collaborazione Augusto Contract, azienda che realizza locali chiavi in Mano per il settore Foodservice, ha realizzato uno studio sul futuro della ristorazione.

Per la ricerca sono stati presi in considerazione 400 consumatori e 40 imprenditori. Sono emersi 5 nuovi trend del settore. Il primo trend è definito Dal Fast Food al Fast Gourmet: la ristorazione di alto livello prende in prestito le modalità di offerta, servizio, consegna e consumo veloci tipiche dei fast food.

Si passa poi ad una soluzione chiamata On The Go, dove gli spazi esterni sono sfruttati dai ristoratori per ottenere più clienti. Ci si affiderà in questo caso anche al marketing di prossimità, ai social network, al bluetooh e altre soluzioni legate alla pubblicità online: i clienti nei paraggi verranno intercettati con offerte inviate direttamente sui loro dispositivi. Inoltre, appariranno punti pick-up, dove ritirare velocemente le pietanze ordinate online.

Il terzo trend riguarda invece la Sicurezza Trasparente e sottolinea l’importanza di gestire in modo corretto e trasparente tutti i dati rilasciati dal cliente. Nel futuro occorrerà lavorare su questo particolare, visto l’aumento considerevole dei dati in circolazione

Il quarto trend mette l’accento sull’importanza della Touchless Experience: lavorerà sempre più per ridurre i tempi di contatto tra il personale di sala e i clienti. Per esempio, con la pandemia si sono diffusi esponenzialmente i menù digitali, a cui è possibile accedere con un QR Code e altre soluzioni simili.

Il quinto e ultimo trend è la Personalizzazione dell’esperienza: nel momento in cui accede in un ristorante o viene a contatto con un’azienda, il cliente deve sentirsi a casa sua. La personalizzazione e l’accoglienza sono e saranno in futuro elementi determinanti per fidelizzare il consumatore, e il digitale è la leva fondamentale per migliorare il servizio.